Come ricevere delle pensioni anticipate senza aspettare i 67 anni di età? Ecco le opzioni previste dal governo.
Il governo sembra essere ancora in una situazione di stallo per quanto riguarda le pensioni, tema frequentemente discusso con i sindacati. L’obiettivo sarebbe anticipare l’accesso alla pensione rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero, che prevede il pensionamento a 67 anni di età oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi.
Tuttavia, ci sarebbero diversi modi per richiedere un pensionamento anticipato senza dover aspettare i 67 anni di età. Per uscire prima dal lavoro, anche se la platea interessata è abbastanza ridotta, sono previste principalmente sette strade da seguire. Analizziamole insieme di seguito.
Pensione anticipata ordinaria
Questo sistema permette di uscire dal lavoro solo grazie ai requisiti contributivi, a prescindere dall’età anagrafica dai lavoratori. È necessario che si sia iniziato a lavorare intorno ai vent’anni con i contributi versati: sono quindi richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini (2.227 settimane) e 41 anni e 10 mesi per le donne (2.175 settimane).
L’opzione quota 103
Quota 103, in sostituzione a Quota 102, è stata introdotta per evitare un passaggio troppo brusco dalla scaduta Quota 100 ai regimi ordinari. Gli iscritti alla gestione Inps possono andare in pensione con 62 anni d’età e 41 anni di anzianità contributiva. Il trattamento con quota 103 non sarà cumulabile con un altro reddito da lavoro, ad esclusione di quello autonomo occasionale non oltre i 5mila euro.
Ape sociale
Questa opzione è riservata solo ai lavoratori di categorie deboli: disoccupati, disabili (almeno al 74%), caregiver, addetti a mansioni gravose. Per questa fascia di lavoratori, bisogna aver compiuto 63 anni di età e aver versato, in base alla categoria, tra i 30 e i 36 anni di contributi. Si riceve quindi un’indennità Inps, pari al massimo a tre volte l’assegno sociale, fino al raggiungimento dei 67 anni.
Attività usuranti
Per i lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose, servono 35 anni di contributi versati, ma l’età cambia in base al tipo di lavoro. Si parte da 61 anni e 7 mesi per i dipendenti addetti a mansioni particolarmente usuranti per almeno 78 giorni o notti in un anno, si arriva a 64 anni e 7 mesi per gli autonomi che sono lavoratori notturni a turni con un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno.
Opzione donna
Secondo una delle ultime decisioni prese dal governo, con Opzione Donna si prevede una pensione anticipata per alcune fasce in particolare di donne lavoratrici. La misura ha lasciato i contributi a 35 anni ma ha alzato l’età pensionabile a 60, ridotta di un anno per ogni figlio di massimo di due anni (59 anni con un figlio, 58 anni con due o più). Possono beneficiare dell’agevolazione le caregiver, invalide al 74%, licenziate o dipendenti da imprese in crisi.
Lavoratori precoci
Per chi ha almeno un contributo versato prima di compiere 19 anni di età, con 41 anni di contributi si può andare in pensione a qualsiasi età. Bisogna però essere in una di queste quattro condizioni: stato di disoccupazione per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale; assistere e convivere da almeno sei mesi con il coniuge o un parente con handicap; riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%; svolgere attività usuranti o gravose.
Isopensione
Infine, l’isopensione è riservata ai lavoratori delle grandi aziende (con più di 15 dipendenti) che hanno personale in eccesso, ma devono mancare massimo sette anni per raggiungere i requisiti minimi per la pensione ordinaria. Si può applicare dopo un accordo di esodo con i sindacati.